un rotolo di poesie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

……..

mi sono tatuato un carlino nero

sul sedere, ma c’erano troppi peli

sembra un capibara

voglio un aquilone, già in volo

passami il filo

disegnerò parole d’amore nel cielo

INDIFFERENZA

un capibara? non sai cos’è un capibara?

conosci a memoria la formazione della nazionale

campione del mondo dell’ottantadue

e non conosci il capibara?

io sono un artista, mi dovete pagare

busserò alle porte

suonerò i campanelli

io volevo un carlino nero

non un capibara

il mio amore non sa neppure

che animale è il capibara

ma io non ho un amore

non ho mai vinto un concorso di poesia

non so neppure cos’è una poesia

io scrivo quello che mi passa per la testa

mi piacciono le donne

solo quando sono nude

distese sulle nuvole

poi chiudono gli occhi e sognano

io le guardo

mi viene perfino voglia di toccarle.

………

Ambrogio Fogar

naufragò su una zattera, 74 giorni

in compagnia del vento e Mauro

leggo un racconto

parole scritte a macchina

inchiostro nero, gronda

come da una ferita in testa

ho visto una donna

parlava a voce alta

è difficile vedere una donna

un ombra

si allunga sul muro

un manifesto pieno di parole

inutile leggerlo

inutile ascoltare

tutto inutile

anche questa smania di sopravvivere

…….

POETA DEI MIEI STIVALETTI

quanto soffri te non c’è nessuno

sei stanco della vita, figlio della noia

lavori come un cane

nessuno ti capisce

ti piace solo il sesso

ti lamenti, ma cosa ti lamenti

prendi il tuo grido e portalo a spasso

senza guinzaglio

senza rimorso

senza perdono

puntalo dritto e colpisci al Trono.

……

scrivere una poesia su facebook

è una prova da teste di marmo

come salire su un disco volante

al Luna Park

un viaggio su spiagge incontaminate

donne nude

talmente nude

ma talmente nude

si vedono le interiora

una gallina aperta in due

senza piume

brucia la pelle

un odore di calma

dove siamo finiti

non è stato un atterraggio facile

non c’è nessuno che conosco

veramente.

…….

ti avrei fatto vedere come chiudeva gli occhi Linda

quando gli dissi che volevo diventare omosessuale

quello che pensava di me non si può dire

ma non erano solo cose brutte, anzi credo mi amasse

a modo suo

a ritmo lento

a piedi nudi

a senza mai un filo di trucco

ma io non scrivo poesie d’amore

io se voglio mi uccido anche domani

se mi va, anche se non ne ho tanta voglia

così

tanto per fare

ancora un bacio

ancora uno

l’ultimo

in fronte.

…….

scrivo questa “nessuno poesia”

dopo una birra scura

per stupirti non bestemmierò

nessuna parola ad effetto

solo una passeggiata nella mente

un cunicolo dove nascondersi

un fiammifero per un po di luce

sufficente per intravederti

mentre soffio un sorriso.

……

Cammelli o Dromedari

cavalcano le onde del deserto

sabbia di fuoco a perdita d’occhio

laghi all’orizzonte

pozzanghere di piacere

dove nuotano a dorso

gamberetti eccitati ma non convinti

dal cielo piovono meteoriti

come pioggia, come fuochi d’artificio

io e il mio amore, io e te

mano nella mano, occhi puntati

su una fila di cammelli, una fila senza fine

uno, due, tre, quattro, cinque…

contali te ex Papa Fannullone

io non ho tempo, nessuna pensione

nemmeno ad una stella

stella di sceriffo, stella disegnata a mano

malamente

come un Dromedario.

…..

MI SENTO APPESO

ad un lamento

ad un quotidiano ripetere

ad un albero

mai lo stesso

sempre quello

non c’è uguale in letteratura

con una simile corazza

cuore di eroe

non temo paragoni

con o senza scarpe

comunque appeso

ad un sorriso.

…..

si aprono pertugi ovunque

poi apro gli occhi

occhi di fata, di mago, di scheletro

rondini nella galassia.

…..

la sera mi corico di lato

il lato che guarda la porta

quella preferita dal gatto

la via di fuga

porta in un altra stanza

la porta, un altra

chiusa a chiave.

……

se vuoi vedermi morire

devi venire ogni mattina

escluso sabato, domenica, festivi

quelli li bevo

conto secondo dopo secondo

allungare la noia

fermare il tempo

ma qualcosa è cambiato

ANNUSO COLLA

sniffo colla senza solventi

quella bianca

per scuola e ufficio

non vedo l’ora di mettere le narici

apro il tubetto con cura

chiudo gli occhi

tutto scompare, tutto appare

finalmente

sono come tu non mi vuoi.

…..

domani sempre domani

c’è sempre un domani, per ora

lei non guarda mai

guarda solo il cantante

c’è anche un antropologo

gira fra i tavoli, ha finito il vino

non c’è più un comunista

neppure all’uscita della messa

volume alto

silenzio

ancora un suono

forse un lamento

un pianto

un uomo giovane spinge una carrozzina

dentro non c’è niente

neppure una coperta

non è da lì che viene il pianto

il pianto

sono io.

……

IL CAVEDANO

è essenziale

in una conversazione di paese

la sua carne è ricca di lische

come frasi al bar

il dorso grigio verde

come rughe di giocatore di carte

fermo in superficie

quasi lirico.

…..

un arlecchino di periferia

non crede, non prega

ma non è vero

mostrami la fessura, adesso

ti prego

allargala con le mani

una verso destra, l’altra

a sinistra del corpo, oltre l’immaginazione

snocciolo un rosario antico

snocciolo che cazzo di parola

mi metto in ginocchio

resto ipnotizzato

all’altezza giusta

le tue gambe lunghe, affusolate

disegnano un palo della cuccagna

c’è appeso di tutto

salami e dolciumi

buste paga, ma anche una multa

forse un divieto di sosta

in mezzo a tutto la FESSURA

chiudo gli occhi

e prego.

…..

scarpette rosse

di canguro rosso

per un calcio ai gay

sciarpa bianca

di ermellini bianchi

per abbracciare pedofili

papà

chi sei papà?

…..

chiamava il mio nome

insistentemente

non fosse stato un fiume

non avrei dato ascolto

questa storia come mille altre

l’ultima

la prima di altre mille

l’emozione

scivolare nelle acque fredde

con il giubbotto di pelle

quello con la bandiera del Giappone

il sole e i raggi

poi le bolle

glu glu glu

affiorare

ancora una volta

vederti completamente nuda

completamente depilata

vederti ridere e scuotere la testa

e fra tutte le parole che potevi dire

“Fava….

è proprio vero sei una fava.”

….

GUARISCI ME

mettimi in alto

possa vedermi quando passa

toccami

guarisci me

guarisci me

ferma la jeep

fingo di piangere

toccami

guarisci me

chiudo gli occhi

toccami.

…..

LE FRASI

le mie frasi

non le troverai nei Baci Perugina

neppure in un libro

o in una preghiera del mattino

le mie frasi

sui muri di periferia

mezze mangiate dal tempo

con errori di ortografia

“fame da vivo

fama da morto”

magari con un Vaffanculo

o il solito cazzo per firma.

…..

mi sono graffiato

nel sonno, nel sogno, nel dormi veglia

in attesa di un incubo

una mula bastarda

mi chiede di essere lei

mi dona la pelle grigia

dice che sono matto

poi si raglia insieme

al vento, al peccato, al perdono

poi ombre, solo ombre

un muro e le sue ombre.

…..

una vita improvvisata

vorrei cancellare il mio nome

da ogni archivio

anagraficamente assente

così che nessuno possa chiamarmi

nessuna busta paga a mio nome e cognome

nessuna tassa da pagare

nessuna ricetta per pillole

neppure una tessera

nessuno sconto al supermercato

invisibile

nudo

solo una cravatta

gialla

punti neri

una lente, sono api

sbattono le ali

le sfioro con le dita

volano

si posano sulle labbra

invece di pungere, mi sollevano

oltre le nuvole

poi mi lasciano cadere, solo

volo, un bimbo mi indica

“Mamma! L’uomo della Pubblicità!”

……

apro e chiudo la bocca

come un pesce

fuori e dentro le acque

il fiume Kwai

acque gialle di piena

verdi

grigie

mi chiamano

mentre fischio una canzone

allegra

il titolare passeggia

fingo di scrivere un sollecito

bevo succo di mirtillo

mi distraggo, ma non ci riesco

provo pena per tutti

ma non per me.

…..

la commessa bassina

disse che non potevo provarla

posai la parrucca bruna sul tavolo

salutai educatamente

a quei tempi ero una scommessa

adesso che ho perso

mi stringo nelle spalle

cammino avanti

la testa guarda in basso

a volte sono felice

a volte mi chiedo la differenza

fra me e te

io scrivo, tu leggi

io muoio, tu vivi

io nero, tu bianco

io falso, tu vero

io bevo, tu bevi

come in uno specchio

ti vedo, mi vedi

abbracciami forte.

……

IL VERME

sul transistor nero

una musica

una lingua non comprensibile

non è una donna che canta

una ladyboy messicana

l’ho vista una notte insonne

nuda solo nelle parti intime

parla, parlami di te

parla, quante volte

quante volte non mi pensi

parla, parla di un delitto

parla, raccontami i particolari

il dolore

le gocce di sangue

il caldo alla fronte

l’aspetto del corpo al suolo

inerme

uno schifo di uomo

un grande verme.

……

in una miniera di parole

sembro quasi un uomo

qualcuno mi tiene per un piede

la testa nera d’inchiostro

il tuo nome sul fondo

incerta calligrafia

cuori neri

margherite senza petali

una rosa senza spine

senza cuore

senza immagine

ad occhi chiusi

immagina, immagina la scena.

……

periferie disadorne

senza musica, ossigeno

cablaggio disattivato

camminare nel vuoto

fra mura che gridano

o restano mute, per sempre

un gatto con in bocca uno scheletro

illumina

il buio.

……

ho dipinto un murales enorme

tutte cappelle, cappelle di chiese

cappelle di fungo

cappelle di cazzo

non è rimasto spazio per altro

nemmeno per firmarlo

con il mio nome d’arte

Grande Cappella.

……

ho perso gli occhi

in un bicchiere di vetro

alcool

una lucertola muove la lingua

gli occhi

salgono a galla

bevi

gli occhi

cieco.

……

IL POETA

il poeta è povero

il poeta è bello

il poeta è un salice

si masturba

si penetra

il poeta è carta

il poeta è soldi

il poeta simile ad un ferro da stiro.

…..

vedo sfere di cristallo

dove nuotano femmine di castoro

almeno questo sembrano

viste dal palco

dove nessuna illuminazione

conforta o nuoce agli occhi

scrivere una poesia a lavoro

è da aspirante suicida

ma io sono già morto, almeno mille volte

questo mi appaga

mi rende ilare

mi percuote con forza

mi reca piacere, immane

immane forza di vivere

vivo o morto

nessuna ricompensa.

…..

vorrei scrivere una poesia allegra

quasi una canzone

non una dove chi legge

chiede cosa ho mangiato ieri

FUNGHI, funghi umani

li vedo ancora

con le gambe e le scarpe

tacchi altissimi

sorreggono funghi a due colori

giallo e indefinibile

sul gambo

tante bocche a cuore

mi cercano, vogliono baciarmi

lasciarmi il segno sul collo

ma sono solo funghi

mangiati crudi

ho ascoltato il rumore dei denti che li masticavano

ho digerito un sogno

un minuscolo sogno

un sospiro

niente più.

….

a piedi

passeggio nel grigio

della mente

verso le 8 di 40

saranno le ultime, spero

vedo alberi mai potati

piegano i rami, a sfiorare il suolo

un inchino al mio passaggio

di piccolo eroe peloso

un giorno li deluderò

non ho parole di odio, per nessuno

esaurite

questo dettaglio

rende la mia presenza superflua

effimera

qualcosa si ferma

mi trasformo in un icona

cliccami, ma se puoi

se puoi farlo toccami

TOCCAMI

esisto, sono vero.

….

FERMATI!

prenditi tutto il tempo

leggi una poesia

regalati un emozione vera

da video a video

da foto a foto

da dipinto a dipinto

da scultura a scultura

da film a film

da musica a musica

la parola

lasciati conquistare

nero su bianco

tutte le storie del mondo.

……

LA MIA STORIA

un giorno faranno un documentario

senza immagini del passato

troveranno una scatola di diapositive

i telai logori e staccati

nessuna traccia

delle prostitute conosciute

il maestro è polvere

forse non sono mai stato giovane

forse lo sono adesso

un personaggio

devo creare un personaggio

quello che sono non basta

voglio un arco

una freccia blu che gocciola

un infallibile mira

ti passa il petto, asciutta

gronda parole, estreme

tutta la mia storia

solo desideri da mettere insieme

la costruzione di un dolore

una piramide di carte

una mano le disperde

un tavolo

un nano con una pelliccia di zebra

lo uccido

un colpo solo

un cuore come una mela

in due pezzi

cambia colore

armadi aperti

vestiti che danzano fuori

smetti di leggere

c’è un video divertente sulla 3

c’è Danilo che fa il matto

bevo

latte e yogurt con i fermenti vivi

nessuno può leggere una poesia come questa

non capisco

non ricordo niente di me

niente che valga la pena di essere raccontato

meglio non leggere

leggere non è una bella cosa

prometto

non scriverò mai più.

……

L’UOMO CHE BEVE CAFFE’ SULLA TAZZA DEL WATER

è un miracolo, essere vivi

mettere una virgola dove ci pare

parlare con te di tutto quello che faremo

nessuno capirà, o almeno fraintenderà

sono tutti morti, almeno da anni

a volte percepisco l’odore

odore di cadavere

carne in putrefazione

o solo un leggero tanfo

forse è solo sudore

gente che non si lava

scarsa igiene personale

eppure sono tutti depilati sotto e ovunque

anche gli uomini

non hanno un pelo

nessun pelo

neppure nel naso

una sola razza

uomini e donne

li confondo

si accoppiano

non so chi con chi

ma non è questo che mi turba

io vorrei la coda

una bella coda, con un pennacchio di peli

un ciuffo

folto

vorrei colpirti con la coda

senza farti troppo male

solo un po

quel male che fa quasi bene

vorrei colpirti con la coda

una volta in più del tuo primo “basta!”.

……

VOGLIO RIDERE

come ridono gli altri

essere felice, meravigliarmi

di tutto

poi ti guardo

non ti conosco

non capisco quando parli

chi sei?

vedo quello che fai

i tuoi atteggiamenti, i tuoi interessi

c’è uno che si chiama Fiorello

o il Fiorello, alla tv

chi è?

credo di essere dentro

dentro a tutto questo

ho perso i denti

ho gengive vive

batto le mani

nessuno viene a servirmi

sono tutti al vetro

mi guardano

fanno dei cuori sull’alito

mentre mi spengo con un clic!

…..

CON QUELLA BIGLIA NON SI VINCE MAI

guardami, guardami negli occhi

la tua compassione dalla al cane

all’ingiustizia

all’emisfero boreale

ho colto fiori di campo

una specie di margherita

petali blu a specchio

se respiri, esplodono

occhi

da colpire come biglie

sulla pista di sabbia

sabbia bianca

io sono di cartone

scrivimi sopra, frasi e ingiurie

disegnami un buco di culo

non sai come si fa?

eppure eri attento, attenta

alle lezioni di anatomia

ti guardavo da fuori

navigavi sopra un canotto ARANCIONE

e NERO

non c’erano onde, ma ti muovevi a ritmo

……………………….capace di amare

……………………….solo capace di amare

ma non basta.

……

QUESTA MATTINA

non mi sono lavato i denti

troppi sogni, sogni

volevo il sapore di sesso

ancora, ancora con me

un bimbo in giacca e cravatta

non sorride mai

“io sono un artista”

lo dico tutte le volte, quando avverto il vuoto

ho messo datteri nelle orecchie

datteri interi, con i noccioli

nel sogno eri piccola

formosa, quasi grassa

i seni, quelli li ricordo bene

IMBUTI

imbuti al contrario

solo pochi secondi

solo il tuo sapore, sulle labbra

e il lago, un lago

dove è impossibile affondare

un lago fatto di volti che sorridono

leggermente

un’impercettibile sensazione di sogno

non più sogno.

…….

LA PAUSA

adesso che ascolto

il profondo me

quello che conta sono le pause

fra un capitolo e l’altro

fra un tempo e l’altro

fra un giorno e l’altro

comprerò un forno a micro onde

per cucinarti il cuore

a fette sottili, come ostie

per la messa infinita

infinito amore

vero o falso

solo un dettaglio.

…….

tutto fuori o tutto dentro

un esplosione di suoni, parole

piccole cicatrici che si aprono

senza fuoriuscita di sangue o liquidi

mi manca la vita

quella di tutti i giorni, non quella

che mi aspetta

sopra rami in disuso

dove sono appese illusioni a forma di nasi

è da quando li guardo fissi

I NASI

li vedo ovunque, mi raccontano

non solo odori, ma fame di vivere

o morire

una sottile trasparenza

come veli di sposa, in plastica

fine, riciclabile

come un respiro profondo

come un arcobaleno senza colori

come un giorno cadavere

come cercare di essere quello che gli altri vedono

gli altri

quelli non sono me

mi conforta, mi placa, mi distrae

solo nasi, da guardare attentamente

li portano a spasso ovunque

vanno in giro con il loro naso

attaccato alla faccia come un cane

al guinzaglio.

…….

KRISTO

ho ascoltato e ascoltato

per ore e ore, vento

polvere di pensieri inutili

ho visto solo nulla e nulla

mi avete costretto a scendere

nei vicoli dell’anima

dove anche il più pezzente

vale mille volte.

……

PICCOLE LABBRA, GRANDI LABBRA

Il giorno che decisi di fotografare solo fiche

e donne che si aprivano il sesso con le mani

non ero più un ragazzo, ma un uomo di mezza età

le piccole labbra, le grandi labbra

qualche volta un neo, un neo dentro

meglio le fiche

che alberi, fiori, tramonti

mari in tempesta, gabbiani

tortore

scritte ti amo sulla sabbia

due bimbi che corrono

incontro al sole che affoga nel mare

meglio le fiche

aperte

piene di odori

le fiche non parlano

non ingannano

non rubano i sogni

le fiche ti vogliono dentro

ti abbracciano

le piccole labbra, le grandi labbra

fotografare fiche

solo fiche.

……

MY NAME IS GIULIA

portami due birre

per undici sassi

faremo sesso, nel sudore

nel pianto

nel riso

nel bagno pubblico

ma io non voglio solo sesso

voglio anche parlare

parlare del tempo

che freddo, che caldo

non si sa cosa mettersi

mettiamoci seduti

mettiamoci d’accordo

almeno, dimmi come ti chiami.

……

LA GABBIA

la porto sempre con me

ci tengo ogni tipo di obbligo

ogni sostenibile dubbio

non faccio niente

che possa rovinare questa pace

relativa

vivo cercando di posare i piedi

sopra orme

già impresse

ogni mia parola

è già stata detta

questa misera gabbia

mi ricorda in ogni momento

quello che posso

e devo fare

vorrei almeno starci dentro

vorrebbe dire

che avrei osato cambiare

ma in fondo

averla sempre con me

mi dice che non c’è rimedio

a qualcosa che comunque

finisce.

……

B-52

ogni confine

una scoperta

una scusa per soffrire

ma rido

in fondo anch’io

in particolare io

dovrò morire

non ora, ma quando?

dopo un documentario

i B-52 atterrano su di me

io su di te

respiro forte

tutta l’aria che c’è.

……

una lieve disperazione

sdraiato

in prossimità di un altare

rumori impercettibili

cercano spazio nelle parole

dimostrabile paura

vuoto

incanto

pianto

un fondo di bicchiere

gocce

ancora gocce

fermati, ti corro dietro

carezzo una superficie

invisibile

carezze a fior di acqua

come carezzare un mare

la testa di un bimbo

un gatto liquido.

……

LA CONSISTENZA DELLA PRUGNA

denocciolata della California

quella confezionata una per una

nella plastica con il sole

è difficile da raccontare

a voce o a parole scritte

la mangiano i Padroni

oppure “altri”

quando è scontata

un giorno prima della scadenza

è un diluvio

un mare nero, morbido

pieno di angoscia

dolce, ma persuaso di non esserlo

questa cazzo di Prugna

non merita una Poesia

ma questa non è una Poesia

la poesia è un filare di cipressi

malati

dove non si appendono cadaveri

ma rime

rime baciate, in bocca

con la lingua nera

in un inatteso finale, dove

la consistenza della Prugna

esce fuori

incolume

non dalla bocca.

……..

MALEDETTI

mettetemi ad una catena

di montaggio

smetterò di pensare

di odiare

di pronunciare nomi

con rancore

“io vi odio per davvero

a tutti quanti, nessuno escluso”

è per questo che vi maledico

Bastardi!

lo so, come me

avete la colpa di essere nati

ma il vostro vivere

mi uccide ogni istante.

……

quello che voglio fare della mia vita

è non guardare la macchia di umidità

sulla parete della camera

e quel padre Pio di legno

mi guarda e non fa niente per me

vorrei uscire da questo circolo

di sguardi

puntati nel vuoto

oltre il confine dell’immagine

oltre quello che resta

di ogni singolo giorno

come palline di carte di caramelle

abbandonate

si abbandona a me

mentre apro le mani

vuote

bianche

ma rigate di segni

sempre nuovi.

…….

un ALVEARE vuoto

il mio piccolo cuore

api degeneri senza miele

depongono parole con sillabe

MUTE

senza cicatrici

senza tatuaggi

solo peli neri sul braccio

Come hai potuto amare uno sconosciuto

Così potrai trovare conforto mentre conti al muro

e gli altri si nascondono

in questo giorno non giorno

dove anche chi conosce le parole della preghiera

non le ricorda e anche se le ricorda

resta

MUTO.

……

RIN TIN TIN ADESSO E’ UN CANE SENZA CODA

e io alle parole preferisco le parole

magari sole, cuore, amore

mare di latta sporco di pensieri a galla

televisioni spente, clonati e conati di vomito

passeggiano nella fantasia

tutto intorno è vuoto, impossibile cadere

esiste solo nella tua mente

masturbati, pensa a lei vestita da Biancaneve

ti prende a calci nei testicoli

svegliati

c’è Rin Tin Tin, Rin Tin Tin il cane

dal grande cuore.

……

ADESSO in questo preciso momento

a 10km. da Firenze e 10 da Prato

in una periferia quasi campagna

un ragioniere

fa finta di lavorare, capo chino

su documenti e fogli bianchi

ha finito i sogni da poche settimane

sorride? sembra quasi una smorfia

in verità sogna ancora

sogna la GRECIA

sogna La Rivolta

sogna di perdere il lavoro

sogna di mandare tutti a quel paese

anzi si alza e grida

“VAFFANCULO!”

poi si siede in attesa

delle cinque del pomeriggio.

……

il MIO SABATO QUALUNQUE

(contro i tuoi giorni servo del potere)

compro “il manifesto” con Alias

inserto culturale, 2 euro e 50

un cd di Gianluca Petrella

un trombone che spacca o

l’ultimo del Teatro degli Orrori

mi leggo una manciata di poesie

di Alda Merini

scrivo un po di te e me

se mi fa voglia esco nel pomeriggio

a fotografare alcuni pensieri

cerco disperatamente un po di sesso

vero o virtuale, possibilmente vero

mi guardo allo specchio

sono diverso, diverso da te

per un attimo mi sento quasi bene.

……

fiume che ti gonfi come un seno di latte

come la voglia di te

come una strada verso il mare

avrei voglia di scivolare dentro

nel profondo

chiudere gli occhi e saltare dal ponte

nel profondo te

e io piccolo ospite, piccolo niente

miracolosamente a galla

……

ARMADILLO BRILLO

è un cinema porno

il cinema porno della mia fantasia

la vostra è morta

è nata morta

un feto di preghiere

recitate a memoria

siete abituati a giudicare

per sentito dire

io non vi conosco

non vi faccio entrare

ma anche se volessi

sono finiti i biglietti.

……

MILLETRECENTONOVANTATRE, 32

non è male

di questi tempi

a me toglie il fiato

mi proietta in una bolla d’aria

dove energumeni mi prendono a calci

“prendetemi con voi

voglio fare il palo

nella banda più spietata”

sono cambiato

sono molto cambiato

adesso sono cattivo

mettetemi alla prova

fatemi sciogliere qualcuno

nell’acido

datemi una zona da controllare

voglio pesticciare legalità

cambiate l’ostaggio con me

è un affare

mi pagherete a nero

una busta paga come si deve.

…….

non cambia mai niente

sono sempre qui

apparentemente vivo

con il mio mantello di delusione

sempre più grande

adesso lo porterebbe un gigante

solo, talmente solo

mi dimentico di esistere

adesso per esempio

in questa stanza

non mi distinguo dal tavolo

la vedo vuota, è tutto vuoto

non cambia mai niente.

……..

PARRUCCHE DIMENTICATE

passeggio sopra una distesa

a perdita d’occhio, di parrucche

da donna, tutte le tonalità del biondo

del verde e dell’amaranto

ogni tanto mi piego

ne prendo una, a caschetto

o con le trecce gialle gialle

mi guardo nel cielo

ma non mi vedo

non vedo nessuna parte di me

ma una pioggia fine fine

di parole nere

dimentico tutto

mi dimentico in un parcheggio

con le mani sul carrello

a coprire per intero la scritta

non voglio pubblicità in questa poesia

nessuna sovvenzione

nessuna ambizione

nessuna cultura

nessuna forma di arte

un uomo obliquo, una torre di Pisa

umana

non cade mai

e questo non è bene

meglio cadere, lasciarsi pestare

come la distesa di parrucche

magari mi trovi

e provi, provi me.

……..

UNA STUPIDA NOTTE

partiremo

per la caccia al canguro

useremo lanciafiamme al pesticida

regalo di un armiere di Bari

innamorato della brace

e del suo odore

io resterò in disparte

per cogliere la smorfia di dolore

dell’animale che muore

userò uno zoom come quelli delle partite

di calcio

porterò con me la solita faccia

mangerò a sacco

un menù vegetariano

confezionato nella plastica

TRASPARENTE

tutte le spese saranno documentate

scontrini e fatture

li consegneremo al rientro

ma te dimmi, sinceramente

che senso ha scrivere tutto questo

io?

io ho perso la fantasia

ascoltando il mare in una conchiglia

ero un bambino

ero un bambino, ero solo un bambino.

…….

ANCORA DODICI MINUTI

poi suonerà la sveglia

sono tutti fuori

mi aspettano, sento le grida

anche quelli in silenzio

urlano

devo andare

fare tutto quello che chiedono

anche quello che non so fare

questo mi spaventa

mi toglie il fiato

ha ridotto i miei sogni

a rotoli di spago, inutili

immagini di me

donna anziana

fatta di rughe e seni scomparsi

donna delle pulizie

in una stazione

dove tutti partono

per SEMPRE.

……..

IERI

o forse non ancora

ho visto un disoccupato

l’ho seguito

credevo stesse tramando

qualcosa di brutto

per la sua incolumità

aveva uno zainetto blu

una vecchia bici da donna

si è avvicinato ad un cassonetto

per rovistare

cercava qualcosa

ho chiesto

“polistirolo”

cercava polistirolo

per disegnare tavole da surf

per cavalcare onde

a colori

tutti gli schizzi in faccia

un amore

la vita.

……..

ENTUSIASMO DA VENDERE

mi sono seduto

nudo

sopra il mio entusiasmo

niente

dentro di me

solo il freddo della sedia

una di quelle

che si trovano nelle scuole

PUBBLICHE

poi sei arrivata tu

con il tuo strap-on verde

legato bene in vita

mi hai riempito di entusiasmo

tutto un battere di ali

farfalle

tutte le tonalità del giallo

fruscio

una musica minimalista

una sola incantevole

NOTA.

…….

UN ALTRA STORIA

farai l’attore

nella storia della mia vita

anche se sei più bello

sarà per finta

ma non sarà facile

colmare le distanze

nascondersi nell’invisibile

nel giorno e nella notte

un film di nicchia

per i cinema d’essai

dove dormivo da militare

spalla a spalla con Ale

svegliati da un sorriso di donna

ma questa è un altra storia

e come tutte le storie

si può anche non raccontare.

…….

QUANTO MI DAI SE MI SPARO?

è il titolo di un libro

Stampa Alternativa

Sergio Endrigo, il cantautore

triste

l’autore

questa non è una poesia

non tutto è poesia

purtroppo

questa è realtà

un abominevole fila di giorni

una consuetudine disadorna

di parole

si recita a memoria

senza sbagliare mai

anche se si sbaglia

è tutto previsto

come questo giorno

apparentemente diverso

il peggiore

fatto solo di illusioni.

…….

I SETTE NANI SONO SEI

o forse cinque

era buio

li cercavo con la pila

dall’odore avevano combinato qualcosa

non ci avevo mai fatto caso

Biancaneve era sparita

la settimana di ferie al mare

senza cane

senza allarme

senza anima viva

solo una scheggia di testa

in un angolo di giardino

dove l’erba cresce alta

come una modella che sfila

un costume a fiori

rosa e rosso pallido

petali recisi

un tappeto di petali

dove posare i piedi

42

di scarpe

un metro e ottanta

di donna

i fianchi a destra

a sinistra

a destra

a sinistra

come onde

una ninnananna

dormi

dormo con te.

…….

il giorno che comprai

una prolunga per il pene

non eravamo così sicuri

della presenza di Dio

ancora non ero famoso

ed il limone aveva tutte le foglie

verdi

avevo più di una donna

a volte più di due

chi leggeva le mie parole

voleva tutto l’amore per se

avevo le idee chiare

come un bicchiere di rum bianco

il mio cocktail preferito

era la mia vita con te.

……

A SILVIA

quando aveva quattordici anni

le sue lentiggini

i capelli al vento

fuori dal tetto della cinquecento

questa non è una dedica qualunque

questo è uno scarto di macellazione

Balena

arpioni in alto mare

il sangue

un lago nell’oceano

i figli dei figli

le grida

come quel giorno

che mi bruciai l’ano

con la crema Slooan

il sangue

una macchia nel letto

tutto quello che ricordo

sono le risa, la voglia di me

il vento

eri bella

una stella nell’infinito amore

ed io?

cieco, muto e sordo

mi ricordo di te dopo un secolo.

…….

CALCI AL CONSUMISMO

vorrei essere

un cartone animato

andare in onda

ogni sera, prima del telegiornale

consumare

solo la punta di un lapis

il compagno ideale

contro tutte le ingiustizie

la forza di non crescere mai

giocare nelle strade

disegnate da una mano amica

mano di donna

ogni tratto

una carezza

solo carezze

una dietro l’altra

il cibo della tua pazienza.

…….

RIFLESSIONI IN PISCINA

nemmeno due bracciate

arrivo sull’altra sponda

della piscina di plastica

ma li avete visti i PRIMI?

ammantati di arroganza

come la neve grigia

quando si scioglie nelle città

poltiglia

le donne poi

le labbra gonfie

i seni duri di caucciù

pronte a decollare

come mongolfiere sfatte

mentre sorseggiano aperitivi

lasciando macchie di rossetto

a firma di una indecenza

impossibile da quantificare

i PRIMI

sempre ben vestiti

abbronzati

che anche a fotterli

non mi viene duro

non so distinguerli

da bambole gonfiabili

e non mi resta che chiedermi

perché un giorno

dovremmo avere pietà di loro.

……..

UN OPERAIO COMUNQUE PULITO

maturai l’idea di non usare carta igienica

con l’avvento dell’euro

duemila lire un rotolo

due euro un rotolo

da quel giorno uso solo il bidè

acqua marrone quando mi lavo

ma l’igiene è la stessa

sono un operaio in cassa integrazione

di Massa Carrara

non sono mai stato un anarchico

convinto

ma ci tengo alla pulizia

anche se quando faccio sesso

mi piacciono gli odori forti

non ho mai pensato di fare la rivoluzione

ma se armato

potrei tranquillamente uccidere un animale

ma anche un uomo

sicuramente un uomo

una donna no

io a una donna non potrei mai fare del male.

…….

UN GIORNO DI PIOGGIA

era bello

suonare la campane a morto

slanciarsi in alto

afferrare la corda

riportarla giù a terra

con il peso del corpo

poi ancora una volta

e ancora

era facile sbagliarsi

confondere il mistero della vita

con la festa

poi al bar

con i soldi per l’aranciata

a ridere e scherzare

mentre arrivava il carro

i parenti vestiti di nero

gli amici e i conoscenti

un giorno come un altro

con il sole o la pioggia

meglio la pioggia.

…….

non nominare il nome di Silvio invano

dammi la fede quotidiana per sperare

nel nulla, in un vestito firmato

in un calcio in culo su questa cazzo di giostra

di luci e colori falsi, di baci non dati

di lacrime mai scese

su dei tramonti che non tramontano mai

chiudo gli occhi

e ringrazio il cielo di non essere ETERNO.

…….

IN ESILIO DAL PERDONO

quando il mio corpo era in esilio

non c’erano i tuoi occhi su di me

ancora non avevano inventato

il perdono

la sera ognuno usciva da solo

nelle strade deserte

nei vicoli ciechi

nei cortili delle scuole chiuse

in attesa di un lunedì

del rumore dei motorini

delle cartelle che cadono a terra

allora non ero mai completamente nudo

i vestiti erano sempre comunque addosso

pronti a coprirmi

per una fuga, per nascondermi

sempre fra braccia nuove

sconosciute

esili o forti

prima di rannicchiarmi

sotto le coperte

solo

con le mie grida senza voce

“dove sei? dimmi dove sei?”

……

IL CIELO SENZA COLORI

piovono uccelli vivi

ma in caduta libera

da un cielo senza nuvole

che non li vuole più

pensavo di volare

mi nascondo sopra ali di cartone

ancora da colorare

è vero

è tutto vero

tutto maledettamente come sempre

incantesimo

impossibile

categorico

una casa di sole porte

le apro, le chiudo

non vedo chi entra

chi rimane fuori.

………

BASTAVA SOLO UN POCO DI CORAGGIO

oggi mi sono messo la maglietta con Fidel

e il Che

mi sento cattivo e giusto

nelle narici l’odore della sierra maestra

i colpi di machete

per trovare la strada

in questa periferia dove ronzano

moto e auto con le ruote alte

dove nessuno porta i fazzoletti rossi e neri

della rivoluzione

ma tatuaggi idioti di scheletri e donnine

che muovono le tette con il respiro

rido, ridiamo

io, Fidel che mi batte la mano sulla spalla

e il Che mi porge il mate

“che razza di coglioni, bastava solo un poco

di coraggio.”

……..

UN CALCOLO APPROSSIMATIVO DI TUTTO IL TEMPO CHE NON HO PASSATO CON TE

la fatica fisica

di pensarlo

una discarica immonda di sofferenza

un amore non identificabile

nudi, contro pareti di pietra e marmo

come cadere sulle ginocchia

con tutto il peso

vestiti di un incerato giallo

il trucco sciolto in viso

baciami ovunque

proteggimi

porto calze a rete immaginabili

per farti ridere

le labbra rosse

per lasciarti il segno

e dimenticarlo

tutto quel tempo.

………

L’INVASIONE DELLE IDEE

con cento gambe

impossibile raccontare

la libertà

nasce dal cuore

il cuore corre veloce

come un bimbo si tuffa dal molo

per la moneta del turista

la gabbia

lascia cadere le pareti metalliche

lascia immobile chi è dentro

non ci crede

questo è un giorno che chiama il vento in faccia

bisogna chiudere gli occhi per lasciare fuori la polvere

ma decidere

se restare fermi

o muovere i primi passi.

……

NON CHIEDO SCONTO

mi muovo a ritmo lento

disegno con il corpo

parole e pensieri

sulle righe di un quaderno

seconda elementare

vedo pascoli di muli

sul tondo della collina

come una corona di spine

ciclopica

controluce

in questa notte sconosciuta

con tutte queste stelle

disegnate a mano libera

passata ad ingannare il Tempo

ma quello ci conosce tutti

nome e cognome

non farà sconti e anche se li farà

sarà roba di poco conto.

…….

COME CAZZO HAI FATTO AD INNAMORARTI DI ME

questa poesia non sarà mai pubblicata

d’altronde anche le altre non avranno miglior sorte

oggi mi sono svegliato di buon umore

sono una tale nullità che mi sono sentito dissolvere

poi il caffè è sceso nello stomaco, come lava

anche l’alito mi ha aiutato a percepirmi

è in quel momento che ho pensato di togliere cazzo

dal titolo

ma se lo tolgo, cosa rimane?

un uomo in coma

un gruccione con una lucertola verde nel becco

mi bagno fino alle ginocchia

poi la nuca per la giusta temperatura

la maglietta è quella degli anni passati

il cellulare non prende

le meduse le prendo con il retino

coma, coma, coma

non ho mai visto niente di simile a me

mai visto niente di vivente così simile al niente

eppure oggi continuo ad essere di buon umore

domani dormirò tutte le ore

quando arriverà settembre spero di perdermi

di non trovarmi mai più

coma, coma, coma

io non conosco, io non capire

io fare pulizie

padrone in vacanza

quando torna non so.

…….

SENZA ALI, SENZA CUORE E SENZA FANTASIA.

batte un cuore

fuori dal corpo

non rosso ma nero

arrivano elicotteri di plastica

la mano di un bimbo li guida

ora atterrano

ora ripartono

il rumore fatto con la bocca

sembra una tempesta

restiamo seduti ancora un po’

nessuno si accorgerà della nostra assenza

se piove

ci abbracceremo forte

nessuno si accorgerà del nostro piangere.

……..

NEI MIEI OCCHI

dalla mia conchiglia

non si sente il mare

nessun rumore, solo un po’ di polvere

si trasferisce all’orecchio

non ti rimane che un gesto gentile

deporla di nuovo sul mobile

guardarla con mezzo sorriso

e pensare

“non ho mai creduto al mare dentro una conchiglia”

guardalo nei miei occhi

tutto questo lago di pianto

annega nei miei occhi

tutti i dubbi, tutte le delusioni

nuota con me

regalami il tuo sorriso migliore

qui non si può annegare.

…..

CHI VOLETE LIBERO?

IL TRAVESTITO COLOMBIANO SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO

O IL VOSTRO LEADER LADRO E PUTTANIERE?

le mani unte

crema fondente defaticante

al biozolfo e albero del tè

piedi e gambe

la Colombia è un paese lontano

forse parlano spagnolo

non ti capisco quando parli

accendo la tv

c’è una manifestazione

una quantità di idioti mai vista prima

le facce sembrano quelle dell’italiano medio

non capisco il bla bla bla

sembra che chiedono la grazia

per il loro leader ladro e puttaniere

e la crema? e la Colombia?

ho confusione in testa amico

sono attiva e passiva

ho lavorato tutta la notte

solo attiva

qui tutti lo vogliono dietro.

……

LA LAVAGNA DEI SOSPIRI

in ogni differenza

alberga un segreto

una fiamma

una preghiera

una coltre di fumo

un respiro

una moneta con sempre testa

una partita a carte

un bicchiere di vino

un sogno mai da solo

alberi, alberi e alberi

fanno nuotare i rami

nel vento, nel tempo

nello sguardo di un bambino

il grembiule nero

il fiocco azzurro

in tasca

un gessetto bianco

il rumore della lavagna

il bianco e il nero

una faccia tonda

un sorriso

due punti, due occhi.

……

A VELE SPIEGATE

non ricordo, non ricordo

non sono mai stato

in questa stanza a pagamento

le pareti di muffa e croci

nessun quadro

nessun relitto

neppure una vela

solo un altare

un maiale di piccola taglia

le sue grida

il coltello nella gola, sangue

ma non si guarisce da tutti i mali

solo se uno lo vuole

ci vuole buona sorte

gli occhi liquidi

di chi ti guarda

di chi ti vuole

di chi ti ama.

…..

CRONACHE NO TAV

il popolo delle mille resistenze

è vivo

i bambini alzano lo striscione

la banda suona forte

armati di fischietti, pentole e coperchi

non vi prenderemo alle spalle

vi guarderemo negli occhi

avete recintato la montagna

una notte che dormivamo sogni tranquilli

l’arroganza del potere

la ricchezza che deturpa

siete tutto quello che temevamo

anche i nostri compagni

si sono venduti, comprati a poco prezzo

a vederli in TV

che vergogna

sordi alle grida

noi dietro le barricate

gli ultimi eroi

raccogliamo le pietre

le stringiamo forte

avete tradito i nostri sogni

anche quelli più elementari

siamo vivi

il popolo delle mille resistenze.

……

CONFUSO E DIAMETRALMENTE STANCO

qualcuno mi tocca la spalla

forse vuole che mi giri

vuole vedere la faccia

di un uomo diametralmente stanco

forse mi vuole solo chiedere l’ora

non ho un orologio amico

la mattina mi sveglio alle sette

da mille anni

da tutti i secoli

mi vesto e cammino

tutti i giorni che mi chiedono di farlo

non decido mai niente

solo qualche volta un cinema

un paio di scarpe

una musica

solo percussioni

chiudo gli occhi

domani

mi decido

un’altra vita

intera o una metà

un terzo

un quarto

un millesimo di secondo

uno scatto verso il buio

mi fermo, allargo le braccia

quando arrivo

arrivo, fammi trovare qualcosa di pronto.

……

CANCELLARE PAROLE

in ordine sparso

per la gioia di chi non ama leggere

rendere introvabile ogni traccia

di un passaggio effimero

Terra che non sarai più Terra

voce che non avrà ascolto

perduto ogni timore

nudo, mi piego

bacio solo asfalto

una striscia continua

orme

indicazioni

inutili sigle

umide fessure

attesa

albe che non tuonano

sorgono esauste e prive di rumore

ci costringono a parlare sottovoce

con gesti lenti

ammicchiamo

un ombra o un miraggio.

…..

LA STRADA VERSO CASA

alberi di alto fusto

ai lati

nelle periferie recondite della mente

alberi sempre verdi

ai lati

strade asfaltate di fresco

mi bagno e nuoto

nei tuoi occhi liquidi

a dorso o stile libero

non farti ingannare

il cronometro

segnerà un tempo assurdo

non voglio vincere

voglio stare dentro di te

voglio sistemare una volta per tutte

questa questione dei nani da giardino

voglio giustiziare questo tempo assassino

questa questione della pillola del giorno dopo

io ricco, tu povero

una questione sociale

una giacca, una cravatta

un paio di scarpe di pelle

vigile fischia vento nel fischietto d’argento

perquisiamo questa stanza di pezzenti

dopo ci prendiamo un caffè e un gratta e vinci

ho perso casa

ho perso la strada di casa

ho perso tutto

non è possibile

non è assolutamente possibile

una questione sociale

io ricco, tu povero.

……

VIVA MAO

“zetunghe”

a cavallo del somaro

per i sentieri impervi

un orecchio a Mao

l’orecchio destro

tagliatelo con la pattada

o la zuava dei contadini

un taglio netto

nessun dolore

poche gocce

viva Mao, viva Mao

la sua effige nel posacenere

stasera fumeremo erba

afgano, marocchino

zingaro, indiano

a pelo

montiamo a pelo

per i sentieri impervi

un orecchio a Mao

sull’altro una mano.

……

IL CECCHINO

le dita corrono veloci

sulla tastiera nera

senza musica

ma nero su bianco sullo schermo

ho costruito le mie fantasie

come un architetto di grido

ma ora che le guardo

vedo solo te

tutto intorno grida, gente sporca

corre in tutte le direzioni

altri muti siedono su panchine

fumano beati

angeli prescelti

mi sdraio, cerco di respirare lentamente

il fucile di precisione

lo porto all’occhio

non sbaglierò un colpo

farò una strage

prima quelli sulle panchine

poi la gente sporca

mai più indifferenza

mai più sofferenza.

……

IL FILM

il giorno che ho capito

di non avere nessun talento

non avevo ancora i capelli bianchi

guardavo un programma a quiz

non riuscivo a capire le battute

neppure le risposte

neppure la valletta

non riuscivo a immaginarla nuda

mi sono mangiato una fetta di pane

vino e zucchero

non avevo ancora 14 anni

ancora nessuno era venuto a dirmi

che ero normale

assolutamente normale

c’era una musica bellissima

nella mia testa, nel corpo e nell’anima

una colonna sonora

un film già visto

ma quello era il mio film

non lo sapevo, forse non l’ho mai saputo

mi sono accontentato

una parte

una parte minore

attore non protagonista

nel film della mia vita.

……

LA TRASPARENZA

confonde i colori

il tic tac della sveglia

annuncia il passaggio

delle trote

alcune grandi come lucci

mi guardano

con i grandi occhi

un lieve sorriso

mi apparecchia la bocca

ancora una volta

come tutte le volte

mi chiedo e mi rispondo

ma non dico niente

niente vermi all’amo

con la canna invisibile

pesco solo piccoli pensieri.

…….

NESSUNO PUO’ TORNARE

DA UN VIAGGIO MAI INIZIATO

sento friggere

il granturco nel vento

mentre i miei passi

non trovano asfalto

ma teste di nano

calve

a parte quelle ai lati

ai lati dei lati

il cielo e le nuvole

nuvole di rancore

nuvole di perdono

nuvole di fumo

non volevo perdermi

ma mi sono già perso

non voglio tornare

ma non sono ancora partito

non ho niente da dichiarare

ma ho già raccontato tutto.

……

CLANDESTINO

vivo in fondo al mare

al mare che per me

era un fiume

la storia più bella

quella del capovaccaio

il sasso nel becco

per rompere le uova

l’ho vista in un documentario

in bianco e nero

prima del tempo

il tempo della vergogna

dell’indifferenza

della morte

il tempo dell’uomo

uomo con la cravatta

con il sospetto

con i figli

immagine da imitare

ma ora

vivo in fondo al mare

al mare che per me

era un fiume.

…….

LA PARRUCCHIERA ESTINTA

scrivo

di quando volevo Rossella

“se non avrò Rossella, sarò Rossella”

poi sono atterrati

erano verdi e di cattivo odore

così simili a me

ci siamo fumati un sigaro umido

raccontato brevi storie

tutte a lieto fine

perché ancora senza fine

quello che sembrava il capo

mi ha fatto provare una vagina di cartone

forse un contenitore di palle da tennis

“anche da voi uno sport per glabri?”

muti come pesci

danzavano

tutti con la stessa faccia

Rossella

anch’io ero Rossella

capelli corvini

labbra rosse

odore di parrucchiera

non volevo altro

volevo passeggiare con le labbra

sopra un corpo bianco

un mare di latte

non volevo altro

ma

mi sono estinto.

…….

L’UOMO CHE COMPRAVA TELEVISIONI SEMPRE

PIU’ GRANDI PER NON CAMBIARE OCCHIALI

la notte non dorme

per non sognare

un ombrellino a fiori

un vaso di basilico

prelevare al bancomat

una sfilata di moda

anoressica

creatura

52 pollici

una pubblicità per un sapone intimo

si baciano in bocca

ma non sono un uomo e una donna

è l’ora di andare a letto

di spegnere le luci

di non dormire

per non sognare.

……

signori e signori, e signore

lo psico pagliaccio Lollo

a torso nudo, in mutande di lana

nessuna percentuale di sopravvivenza

dall’alto

nella bacinella

IL TUFFO

per una sola volta.

…..

PRIMA DEL SONNO

graffia il gatto

sulla schiena

non è un dolore

ma una nenia

ancora un po

ancora un po di te

ancora un po

ancora un po di te

di te e la saliva che ci lega

a questa idea di un mondo migliore

senza custodi

senza camerieri

senza padri

senza patrie

ovunque macerie

regali incartati con cura

che nessuno vuole scartare

quest’opera d’arte infame

una rassegnazione.

……

QUESTA E’ LA NOSTRA MUSICA

ho visto l’infinito

nei tuoi occhi

l’ho visto per un attimo

verde smeraldo

come un ramarro sotto il sole

come un treno veloce nella nebbia

una freccia nel vento

un sorriso nel tempo

un cubo di vetro

questa è la nostra musica

cucinerò un cuore di cerbiatto

quello della raccolta firme

per salvarlo

l’ho rubato questa notte

quando era ancora vivo

da quando mangio carne

solo carne di cerbiatto

ho imparato a suonare

ho imparato a cantare

sono il barman

il barman

del bar del museo

questa è la nostra musica.

……

LA CLAVA

quando gli ultimi

saranno i primi

i primi saranno

comunque secondi

le fanfare dell’arte

marceranno nelle città

le facce dipinte

di segni tribali

ululati alla luna

cavalli da montare a pelo

come nelle visioni

le visioni degli arresi

dei vinti

poveri di spirito

poveri di tutto

a loro dedico la mia clava

nerboruta

ne grande, ne piccola

sempre pronta.

…….